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ECSTASY - Nessuno è perfetto:Malattie e Disturbi Mentali

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ECSTASY

MALATTIE E DISTURBI MENTALI > DIPENDENZA DA ABUSO DI SOSTANZE


ECSTASY

INDICE:
Droghe e maturazione del cervello
Che cos’è l’ecstasy?
Breve storia dell’ecstasy
Qual è l’entità dell’uso/abuso di ecstasy negli Stati Uniti?
Qual è l’entità dell’uso/abuso di ecstasy nell’Unione Europea?
Chi abusa di ecstasy?
Quali sono gli effetti dell’ecstasy?
Quali sono gli effetti dell’ecstasy sul cervello?
L’ecstasy dà dipendenza?
Cosa sappiamo sulla prevenzione dell’uso di ecstasy?
Esistono trattamenti efficaci per l’abuso di ecstasy?
Glossario
Bibliografia


Droghe e maturazione del cervello
Molti ragazzi e genitori si rivolgono a noi, a volte con scetticismo, chiedendoci quali siano i reali danni delle droghe e dell’alcol sul cervello. Pensano che in realtà le nostre raccomandazioni a non usare alcun tipo di droghe siano solo allarmismi. Le argomentazioni scientifiche che possiamo produrre per dimostrare quanto le sostanze possono essere dannose per il proprio cervello e quindi per la mente sono moltissime ma spesso di difficile comunicazione e spiegazione per la loro complessità scientifica. Una informazione su tutte però appare particolarmente comprensibile nella sua drammatica chiarezza: il cervello comincia la sua maturazione acquisendo gli stimoli del mondo
esterno a partire dalla nascita, ma completa tale processo tra i 20 e i 21 anni con importanti varianti individuali. La figura soprariportata illustra tale evoluzione dove le aree giallo, verde, arancione rappresentano le aree di immaturità cerebrale particolarmente presenti nei primi anni di vita che vanno via via riducendosi col progredire dell’età fino a raggiungere la completa maturazione, rappresentate dal colore blu-viola dopo i 20 anni. Come è comprensibile, durante tutto questo processo le cellule cerebrali sono particolarmente sensibili e la loro fisiologia e naturale maturazione può venire facilmente alterata e deviata dai forti stimoli provenienti dall’esterno quali per l’appunto quelli prodotti dalle droghe e dall’alcol. Va chiarito che tutte le sostanze stupefacenti sono psicoattive e in grado, anche a basse dosi, di interferire con questa maturazione cerebrale. Mentre le cellule cerebrali maturano e le relazioni tra esse si consolidano, la persona sviluppa sempre di più la sua personalità e il suo funzionamento mentale. Risulta evidente anche ai non esperti che, se il cervello di un ragazzo in piena maturazione, viene bombardato con sostanze in grado di stimolare enormemente e intossicare le cellule nervose in evoluzione (e quindi particolarmente sensibili) non potrà avere uno sviluppo fisiologico ma sarà deviato dalla sua naturale evoluzione. I danni quindi, che queste sostanze sono in grado di produre nel cervello dei ragazzi, che è la fascia di popolazione che ci preoccupa di più, scardinano importanti e delicati sistemi neuropsicologici all’interno di un sistema cerebrale in piena maturazione, creando, oltre a documentabili danni fisici, anche il persistere di percezioni alterate del proprio essere e del mondo esterno. Queste percezioni vengono memorizzate dall’individuo creando quindi una distorsione cognitiva che può permanere per moltissimo tempo se non addirittura per tutta la vita, condizionando il “sentire”, il “pensare”, il “volere” e, in ultima analisi, il proprio comportamento. Molti ragazzi usano nell’età dell’adolescenza droghe e alcol esponendo se stessi ad una violenza neurologica e psichica di cui ignorano sicuramente la gravità. Spero che quanto qui scritto possa farli riflettere sulla cosa migliore da fare.

Giovanni Serpelloni
Direttore Scientifico Programma Regionale sulle Dipendenze Regione del Veneto


Che cos’è l’ecstasy?
L’ecstasy è una sostanza illegale che agisce sia come stimolante che come allucinogeno, producendo un effetto energizzante, così come distorsioni temporali e percettive e un maggior piacere dalle esperienze tattili.  
In genere l’ecstasy o 3,4 metildiossimetamfetamina (MDMA) viene assunta per via orale, sotto forma di pastiglie o capsule, e i suoi effetti hanno una durata che va dalle 3 alle 6 ore circa. La dose media riferita è di una/due pastiglie contenenti solitamente dai 60 ai 120 mg di ecstasy. Non di rado chi ne fa uso ne assume una seconda dose nel momento in cui cominciano a svanire gli effetti della prima.
L’ecstasy può avere effetti sul cervello alterando l’attività dei messaggeri chimici, o neurotrasmettitori, che rendono possibile la comunicazione tra le cellule nervose in molte aree del cervello. Ricerche condotte su animali hanno evidenziato che in dosaggi medio-alti questa sostanza può risultare tossica per le cellule nervose che contengono serotonina e causare alle stesse danni a lungo termine.
L ’ecstasy    può     interferire con la capacità di regolazione della temperatura corporea e questo ha portato, in rare occasioni, a conseguenze mediche gravi  inclusa la morte. L’ecstasy inoltre, determina il rilascio di un altro neurotrasmettitore, la norepinefrina, che è probabilmente la causa dell’aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna, spesso associati all’uso di ecstasy.
Nonostante l’MDMA sia nota universalmente tra i consumatori come ecstasy, i ricercatori hanno scoperto che numerose pastiglie non contengono soltanto MDMA, ma anche una serie di altre sostanze o combinazioni delle stesse che possono essere ugualmente dannose.
Sostanze adulteranti riscontrate nelle pastiglie di ecstasy acquistate per strada includono metamfetamina, caffeina, destrometorfano (prodotto da banco per sedare la tosse), efedrina (sostanza stimolante utilizzata anche per il controllo del peso) e cocaina.
Inoltre, come per numerose altre sostanze d’abuso, l’ecstasy viene raramente utilizzata da sola. Non è raro che i consumatori l’associno ad altre sostanze quali alcol e marijuana.  

Breve storia dell’ecstasy
L’MDMA venne sviluppata in Germania agli inizi del ‘900 come composto precursore da utilizzare per la sintesi di altri prodotti farmaceutici. Durante gli anni ’70 negli Stati Uniti alcuni psichiatri iniziarono a utilizzare l’ecstasy come strumento psicoterapeutico, nonostante la sostanza non fosse mai stata sottoposta a sperimentazioni cliniche e non avesse ricevuto l’approvazione dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA) per un suo utilizzo con gli esseri umani.  
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 l’ecstasy ebbe un piccolo seguito tra gli psichiatri e alcuni la chiamarono persino “la penicillina dell’anima” poiché sembrava favorire la comunicazione nei colloqui con i pazienti e, a quel che si dice, consentiva a chi ne faceva uso di giungere ad una comprensione dei propri problemi. Fu inoltre, in quel periodo, che l’ecstasy cominciò ad essere reperibile in strada.  
Soltanto alla fine del 2000 l’FDA ha approvato la prima piccola sperimentazione clinica per stabilire se la sostanza poteva essere utilizzata in modo sicuro in condizioni attentamente monitorate per trattare il disturbo post­traumatico da stress.  
Nel 1985 le forze dell’ordine americane bandirono la sostanza collocandola nella lista dei farmaci privi di dimostrata efficacia terapeutica.

Qual è l’entità dell’uso/abuso di ecstasy negli Stati Uniti?
E’ difficile determinare l’esatta portata del problema dell’abuso di ecstasy negli Stati Uniti perché la sua assunzione avviene spesso contemporaneamente ad altre sostanze e non compare nelle banche dati tradizionali, come quelle delle percentuali dell’accesso al trattamento.
Più di 11 milioni di 12enni o di individui di età superiore hanno riferito l’uso di ecstasy almeno una volta nella vita (National Survey on Drug Use and Health). Nel 2004, il numero dei consumatori abituali di ecstasy è stato di 450.000.
Secondo il “Drug Abuse Warning Network” sostenuto dal “Substance Abuse and Mental Health Services Administration”, i casi riferiti di uso di ecstasy sono stati 2.221 nel terzo e quarto trimestre del 2003. La maggioranza dei pazienti che sono arrivati ai reparti d’emergenza menzionando l’ecstasy come fattore del ricovero in quel periodo, avevano tra i 18 e i 20 anni.
Ci sono comunque alcune notizie incoraggianti provenienti dallo studio “Monitoring the Future” (MTF) condotto dal NIDA, indagine annuale utilizzata per monitorare le tendenze dell’abuso di droga tra gli adolescenti delle scuole medie e superiori degli Stati Uniti. Tra il 2001 e il 2005 l’uso di ecstasy è diminuito del 52% nel gruppo dei tredicenni, del 58% nei quindicenni e del 67% nei diciassettenni. Le percentuali d’uso di ecstasy sono diminuite significativamente dal 2004 al 2005 nel gruppo dei 17enni.
Nel 2005, la percezione dell’innocuità dell’uso occasionale di ecstasy è diminuita notevolmente tra i 13enni. Sempre secondo i dati MTF, l’uso di ecstasy si estende a molti sottogruppi demografici. Nel 2005, per esempio, il 3.9% di bianchi, il 3.0% di studenti ispanici e l’1,4% di afroamericani ha riferito l’uso di ecstasy nell’anno precedente l’indagine.

Qual è l’entità dell’uso/abuso di ecstasy nell’Unione Europea?
Per poter illustrare l’entità dell’uso/abuso delle sostanze in maniera sintetica ma efficace è utile fare riferimento ad alcuni indicatori epidemiologici definiti dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle
tossicodipendenze (OEDT), come l’uso di sostanze nella popolazione generale (uso almeno una volta nella vita, nell’ultimo anno, nell’ultimo mese) e la domanda di trattamento degli utilizzatori di sostanze.
L’ecstasy e le anfetamine, assieme alla cannabis, sono le sostanze illecite più frequentemente usate a livello europeo, sebbene la prevalenza di consumo sia più bassa rispetto alla cannabis. Tra gli Stati membri dell’Unione europea il consumo di ecstasy sembra relativamente più elevato solo in alcuni paesi come Repubblica Ceca, Estonia e Regno Unito.
Secondo gli studi condotti sulla popolazione europea, circa 8,5 milioni di adulti hanno provato l’ecstasy (prevalenza “una tantum”). Pur essendoci una certa variabilità tra i singoli stati Europei (dallo 0.2% al 7,1%), in media il 2,6% degli adulti europei ha usato almeno una volta nella vita l’ecstasy. I paesi con i tassi di prevalenza più alti sono Repubblica Ceca (7,1%) e Regno Unito (6,7%). Il consumo di ecstasy è un fenomeno in larga misura giovanile. Nella fascia di popolazione di età compresa tra i 15 – 34 anni, in media il consumo “una tantum” di ecstasy è pari al 5,2%. I tassi di prevalenza più alti sono quelli di Repubblica Ceca (14,6%), Regno Unito (12,7%) e Spagna (8,3%).
In Unione Europea 3 milioni di persone hanno fatto uso di tale sostanza negli ultimi 12 mesi, circa un terzo dei consumatori “una tantum”. Le percentuali di consumo nell’ultimo anno oscillano in un intervallo compreso tra lo 0,2% e il 3,5%. Tra i giovani di 15 – 24 anni il consumo di ecstasy è maggiore ed oscilla tra lo 0,3% e il 12%, con le prevalenze più alte in Repubblica Ceca (12%) ed Estonia (6,1%). Più di un milione di persone ha dichiarato un consumo di ecstasy nell’ultimo mese. In generale i tassi di consumo sono maggiori in corrispondenza delle zone urbane, in particolare tra i giovani che frequentano discoteche, club e dance party.
Le richieste di trattamento correlate all’uso di ecstasy non sono molto numerose, ma tuttavia in crescita. Le domande di trattamento rappresentano meno dell’1% di tutte le richieste nella maggior parte dei paesi, con l’eccezione di Cipro, Ungheria, Irlanda e Turchia, dove i pazienti con problemi di ecstasy rappresentano il 4 – 6% sul totale dei pazienti che fanno domanda di trattamento.

Chi abusa di ecstasy?
L’ecstasy ha raggiunto inizialmente la popolarità tra gli adolescenti e i giovani adulti nel mondo delle discoteche o nei party conosciuti come “raves” (party che possono proseguire ininterrottamente anche per l’intero weekend). Comunque, recentemente, il profilo del tipico utilizzatore di ecstasy sta cambiando. I dati del giugno 2003 sulla situazione della comunità provenienti dal “Community Epidemiology Workgroup (CEWG)” del NIDA indicano che l’uso di ecstasy si è diffuso oltre l’ambiente dei raves e delle discoteche verso le aree urbane, suburbane e rurali in tutti gli Stati Uniti, incluso un uso più vasto nei campus universitari. Per esempio, dati provenienti da Chicago indicano che l’ecstasy, o le droghe vendute come ecstasy, sono ampiamente disponibili tra gli studenti delle scuole superiori e quelli universitari.
L’uso di ecstasy è aumentato anche tra gruppi etnici diversi. Per esempio, dati provenienti dal Texas indicano un uso che si diffonde oltre al gruppo predominante dei giovani bianchi verso un campo più vasto di gruppi etnici. A Chicago, dove una singola pastiglia di ecstasy può essere venduta tra i 12 e i 15 dollari, la droga continua a essere usata in modo predominante dalla gioventù bianca, ma ci sono dati crescenti del suo utilizzo da parte degli adulti afro-americani di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Inoltre, gli indici relativi a New York suggeriscono che sia la distribuzione che l’uso delle “club drugs” stanno diventando più comuni nei gruppi non di razza bianca.
L’ecstasy è anche diventata una sostanza più popolare tra gli omosessuali maschi dei contesti urbani. I dati hanno mostrato che alcuni maschi omosessuali e bisessuali prendono l’ecstasy e altre “club drugs” in molti luoghi di ritrovo. Questo è interessante, dato che l’uso di “club drugs” è stato associato ai comportamenti sessuali ad alto rischio che possono portare a contrarre l’HIV o altre malattie sessualmente trasmissibili. Molti uomini gay che vivono nelle grandi città affermano di usare l’ecstasy come parte di un’esperienza costituita da un’assunzione di più droghe come marijuana, cocaina,  metamfetamina, ketamina e altre sostanze legali o illegali.  


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