5ef4820a89bb4

RU-486 "Pillola del giorno dopo" e metodi contraccettivi - Nessuno è perfetto:Malattie e Disturbi Mentali

Vai ai contenuti

Menu principale:

RU-486 "Pillola del giorno dopo" e metodi contraccettivi

MALATTIE E DISTURBI MENTALI > DISTURBI SESSUALI



Pillola del giorno dopo è contraccettivo e non un farmaco abortivo

La pillola del giorno dopo non è un ‘abortivo’ ma un semplice ‘contraccettivo’. Oltre a gran parte della comunità scientifica, a dirlo, sarà anche il foglietto illustrativo del farmaco.

E’ stata, infatti, pubblicata in Gazzetta Ufficiale la revisione da parte dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) della scheda tecnica del contraccettivo d’emergenza a base di Levonogestrel. ru486 Pillola del giorno dopo è contraccettivo e non un farmaco abortivoL’aggiornamento del bugiardino cancella la vecchia dicitura “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto”, sostituendola con “inibisce o ritarda l’ovulazione”, così come riconosciuto, già dal 2011, anche per l’Ulipristal acetato, comunemente chiamato ‘pillola dei cinque giorni dopo’. “Si colma così un gap noto da anni a tutta la comunità scientifica e si corregge una vecchia scheda tecnica che risale al 2000?, sottolinea Emilio Arisi, presidente della la Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) che ne da’ l’annuncio.

“Finalmente – prsegue – in quella che potremmo chiamare la ‘carta d’identità’ del farmaco è stato corretto il suo ‘stato civile’: è un contraccettivo e non un abortivo”. Cade, così definitivamente sottolinea la Smic in una nota, “l’appiglio” che consentiva ai medici obiettori di coscienza di precludere il diritto ad accedere alla contraccezione d’emergenza, “nascondendosi dietro la sua presunta abortività”.



PILLOLA E METODI CONTRACCETTIVI


Parliamo di pillola e metodi contraccettivi La contraccezione e i metodi anticoncezionali sono purtroppo temi considerati ancora spesso 'tabù'. Non solo vi è una cronica e a volte colpevole mancanza di informazione, ma spesso si sfiora il confine con la disinformazione. E così nascono miti e leggende, informazioni frammentarie apprese per 'sentito dire', inevitabili problemi.

Per cercare di approfondire l'argomento contraccezione e metodi contraccettivi abbiamo intervistato il Dr.Emilio Arisi, Direttore dell'U.O. Ostetricia - Ginecologia e Coordinatore del dipartimento Materno-Infantile presso l'ospedale "S.Chiara" di Trento. Gli abbiamo posto alcune delle domande che riceviamo più frequentemente dalle lettrici, e queste sono state le sue risposte.

Quali sono i metodi anticoncezionali scientificamente più sicuri? Non c'è dubbio che, se escludiamo la sterilizzazione maschile e femminile, che però vanno considerate come metodi irreversibili, i metodi anticoncezionali più sicuri sono la pillola estroprogestinica, quella di solo progestinico (pur con alcuni limiti), la spirale contenente il levonorgestrel (un progestinico).

È possibile stilare una 'classificà dei metodi anticoncezionali più utilizzati, in base al loro grado di efficacia? Se intendiamo i metodi più utilizzati in Italia, essi sono nell'ordine il coito interrotto, il condom, la pillola combinata estroprogestinica, la spirale al rame e quella con levonorgestrel. In realtà, come si capisce, il loro livello di sicurezza è molto diverso.

La pillola e la spirale con il levonorgestrel si collocano ad un livello di sicurezza che sfiora il 100 %; la spirale al rame ha un rischio di gravidanza dello 1-2 %, il coito interrotto ha un rischio di gravidanza attorno al 20 %, il condom tra il 10 ed il 20 %, secondo i dati dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità),

A che età è possibile iniziare a 'prendere la pillola'? Potremmo rispondere con semplicità dicendo "da quando ce n'è bisogno". In realtà sia l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che l'ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) prevedono il possibile uso della contraccezione ormonale fino dalla prima mestruazione, ovviamente se esistono i presupposti di necessità. Occorre valutare se la crescita staturale è già completata.

Si parla molto della pillola del giorno dopo e della Ru486, spesso confondendole. Quali sono i più importanti rischi per la salute della donna sia per quanto riguarda la prima che la seconda? Ovviamente le due entità non vanno confuse. Intanto è meglio evitare di usare il termine di pillola del giorno dopo perché è fuorviante. In tutto il mondo viene definita, come è giusto dire, "contraccezione d'emergenza", primo perché di contraccezione si tratta, e secondo perché di emergenza si tratta.

Se infatti la contraccezione di emergenza (EC) viene assunta entro 12 ore dal rapporto presunto fecondante il rischio di una possibile gravidanza è attorno allo 0.5 %; se invece la EC viene assunta dopo 72 ore dal rapporto il rischio di gravidanza diventa 4.1 % , cioè 8 volte di più. Ecco perché è importante che la donna trovi operatori e strutture sensibili, empatici e non dogmatici. Infine va ricordato che la EC agisce subito dopo il rapporto e prima di una possibile gravidanza. Il suo rischio principale è quello di non riuscire nell'intento per cui viene assunta; un altro possibile problema è quello di un modesto ritardo nel mestruo successivo alla assunzione.

L'RU486, mifepristone è il suo nome chimico, alla dose e nelle condizioni in cui viene usato oggi in molte nazioni del mondo, ed in alcuni centri anche in Italia, agisce su una gravidanza già instaurata che si voglia interrompere con un aborto medico. Viene abitualmente associato ad un altro farmaco, che è una prostaglandina, un farmaco capace di contrarre l'utero ed aiutare l'espulsione dell'aborto. I problemi più comuni , oltre al mancato aborto, sono disturbi di tipo gastrointestinale e perdite ematiche.

Quali sono le prospettive nel campo della contraccezione? In che direzione si sta muovendo la ricerca medica? Quali saranno i metodi contraccettivi del prossimo decennio? Negli ultimi anni la contraccezione ormonale ha subito grandi cambiamenti. Sono state notevolmente abbassate le dosi dell'estrogeno e del progestinico, e sono state modificate le modalità di assunzione, dai 21 giorni di assunzione con 7 giorni di pausa si è passati ai 24 giorni con 4 di pausa e recentemente ai 26 giorni con due di pausa. I progestinici più utilizzati sono diventati quelli antiandrogenici, cioè capaci di migliorare condizioni come l'acne, la pelle grassa, la peluria abbondante, situazioni cui pone particolare attenzione l'adolescente.

Recentemente è entrata in commercio una pillola che contiene un estrogeno naturale, l'estradiolo valerato, meno impegnativo per l'organismo femminile rispetto all'estrogeno finora utlizzato, che era ed è l'etinilestradiolo. Presto questa via sarà seguita da altre pillole con estrogeno naturale. Ma la ricerca sta perseguendo anche altre vie, come quella di contraccettivi ormonali spray, da spalmare sull'avambraccio, o di anelli vaginali capaci di immettere in vagina ormoni per un anno, oppure ancora di sostanze particolarmente gelatinose da porre in vagina con l'intento di inglobare virus qui presenti incluso quello dell'AIDS.

Ultima domanda: uomini e contraccezione. Si sente parlare di 'pillola per lui' ma ancora non sembra si sia arrivati a risultati sufficientemente sicuri. La contraccezione è destinata a rimanere una 'cosa da donne' oppure anche in questo campo si potrebbero aprire degli scenari che coinvolgano maggiormente l'uomo? Purtroppo nell'ambito della contraccezione la croce pesa soprattutto sulle spalle delle donne. Per il versante maschile la pratica clinica è ancora ampiamente ferma al condom ed alla sterilizzazione chirurgica, ma la ricerca sta lavorando sia sul lato degli ormoni che sul lato non-ormonale.

Nell'ambito ormonale sembra dare buoni risultati l'associazione di un derivato del testosterone con un progestinico da usarsi intramuscolo, o quella di una associazione di due diversi derivati del testosterone da usare anch'essi intramuscolo. Sono sperimentate anche combinazioni di nestorone gel associato a testosterone gel, da usarsi per via transdermica, con buona soppressione delle gonadotropine ed in prospettiva di una buona soppressione della spermatogenesi .

Nell'ambito non-ormonale sono state individuate e sperimentate parecchie molecole target su cui agire con molecole inibitrici. Il problema incontrato è quello della barriera ematica del testicolo, per cui bisogna somministrare agenti inibitori talora in quantità eccessiva con possibile tossicità sistemica in organi non target.

 




Torna ai contenuti | Torna al menu