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DIPENDENZA DA OPPIACEI - Nessuno è perfetto:Malattie e Disturbi Mentali

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DIPENDENZA DA OPPIACEI

MALATTIE E DISTURBI MENTALI > DIPENDENZA DA ABUSO DI SOSTANZE



Dipendenza da Oppiacei
Marcata dipendenza psichica che si manifesta con una compulsione irresistibile all'assunzione continua degli oppiacei, con lo sviluppo di una tolleranza che porta a un aumento del dosaggio per ottenere gli effetti iniziali e con una dipendenza fisica che cresce di intensità con l'aumentare delle dosi e della durata d'uso.



La dipendenza fisica porta alla necessità di un uso continuativo dello stesso oppiaceo o di una sostanza simile per prevenire l'astinenza. La sospensione del farmaco o la somministrazione di un antagonista porta alla comparsa di una caratteristica sindrome da astinenza autolimitante.
La tolleranza e la dipendenza fisica dagli oppiacei (naturali o di sintesi) si sviluppano rapidamente; dosi terapeutiche assunte regolarmente per 2-3 giorni possono portare a un certo grado di tolleranza e dipendenza e alla sospensione della sostanza; il consumatore può presentare sintomi da astinenza lieve, che passano quasi inavvertiti o sono descritti come casi di influenza. I pazienti con dolore cronico che necessitano di un uso a lungo termine non vanno etichettati come tossicomani, sebbene anche essi possano avere problemi di tolleranza e dipendenza fisica.
Gli oppiacei inducono tolleranza crociata, quindi i tossicodipendenti possono sostituirne uno con un altro. Le persone che hanno sviluppato una tolleranza possono presentare scarsi segni dell'uso di droga, e possono avere un funzionamento normale nelle proprie attività usuali, ma il problema di procurarsi la droga é sempre presente. La tolleranza ai vari effetti spesso si sviluppa in modo irregolare. Gli eroinomani possono diventare largamente tolleranti agli effetti euforizzanti o letali della droga, ma continuare ad avere miosi pupillare e stipsi.


Sintomi e segni
L'intossicazione acuta (overdose) da oppiacei è caratterizzata da euforia, rossore, prurito cutaneo (in particolare con la morfina), miosi, sonnolenza, diminuzione della frequenza e dell'ampiezza del respiro, ipotensione, bradicardia, diminuzione della temperatura corporea.
La sindrome da astinenza da oppiacei in genere include segni e sintomi di ipereccitabilità del SNC. La gravità della sindrome cresce con l'aumentare della dose di oppiaceo e con la durata della dipendenza. I sintomi compaiono già 4-6 h dopo la sospensione e, per l'eroina, raggiungono il massimo tra 36 e 72 h.. Uno stato d'ansia e un desiderio impellente (craving) per la droga vengono seguiti da un aumento della frequenza respiratoria a riposo (> 16 atti respiratori al minuto), in genere con sbadigli, sudorazione, lacrimazione e rinorrea. Altri sintomi sono la midriasi, la piloerezione ("pelle d'oca"), i tremori, le contrazioni muscolari, gli accessi di caldo e di freddo, i dolori muscolari e l'anoressia. La sindrome da astinenza in persone che assumevano metadone (che ha un'emivita lunga), si sviluppa più lentamente ed è chiaramente meno grave di quella da eroina, sebbene i tossicomani possano descriverla come peggiore.

Complicanze
Molte complicanze della dipendenza da eroina sono correlate a una somministrazione della sostanza in condizioni non igieniche. Altre sono dovute alle proprietà intrinseche della droga, a overdose oppure al comportamento durante lo stato di intossicazione concomitante al consumo della droga. Complicanze frequenti sono i problemi polmonari, le epatiti, i disturbi di tipo artritico, le alterazioni immunologiche e i disturbi neurologici.
Polmonari: possono verificarsi polmoniti da aspirazione e di origine infettiva, ascessi polmonari, emboli settici del polmone e atelettasie. Quando vengono iniettate compresse preparate per uso orale, può insorgere una fibrosi polmonare sulla base di una granulomatosi da talco. L'abuso cronico di eroina porta a una diminuzione della capacità vitale e a una diminuzione da lieve a moderata della capacità di diffusione. Tali effetti si differenziano dall'edema polmonare, che può essere associato acutamente a un'iniezione di eroina. Molti tossicodipendenti da oppiacei fumano uno o più pacchetti di sigarette al giorno, il che li rende particolarmente suscettibili a una serie di infezioni polmonari.
Epatiche: può insorgere un'epatite virale di tipo A, B e C. L'associazione tra l'epatite virale e il frequente abuso alcolico può spiegare l'alta incidenza di disfunzioni epatiche.
Muscolo-scheletriche: la complicanza muscolo-scheletrica più comune è l'osteomielite (in particolar modo delle vertebre lombari), dovuta probabilmente a infezioni ematogene secondarie all'uso di siringhe non sterili. Possono aversi spondiliti e sacroileiti infettive. Nella miosite ossificante (gomito del tossicodipendente), il muscolo brachiale è danneggiato da un uso maldestro dell'ago, seguito da sostituzione della massa muscolare con una massa calcifica (metaplasia extraossea).
Immunologiche: in oltre il 90% dei tossicodipendenti si verifica un'ipergammaglobulinemia sia per le IgG che per le IgM. La ragione di tali alterazioni immunologiche è sconosciuta, ma essa può essere il riflesso di una stimolazione antigenica continua da parte delle infezioni o delle iniezioni parenterali quotidiane di sostanze estranee. Con il mantenimento a base di metadone, l'ipergammaglobulinemia si riduce. Gli eroinomani e gli altri consumatori di droghe EV hanno un rischio estremamente elevato di contrarre l'infezione da HIV e l'AIDS. Nelle comunità dove aghi e siringhe sono stati spesso condivisi, la diffusione dell'AIDS ha assunto proporzioni devastanti.
Neurologiche: negli eroinomani, i disturbi neurologici sono in genere rappresentati da complicanze non infettive quali coma e anossia cerebrale. Può manifestarsi un'ambliopia (dovuta presumibilmente alla contaminazione dell'eroina con chinino), una mielite trasversa e un certo numero di mono- e polineuropatie, così come una sindrome di Guillain-Barré. Le complicanze cerebrali includono quelle secondarie a endocardite batterica (meningite batterica, aneurisma micotico, ascesso cerebrale, ascessi subdurali ed epidurali), quelle dovute a epatite virale o tetano e la malaria cerebrale acuta da plasmodium falciparum. Alcune complicanze neurologiche possono essere dovute a risposte allergiche alle sostanze da taglio dell'eroina.
Altre: possono insorgere ascessi cutanei superficiali, cellulite, linfangite, linfoadenite, flebite secondaria all'uso di aghi infetti. Molti eroinomani cominciano con iniezioni sottocutanee (skin popping) e possono ritornare a questa modalità di assunzione quando l'eccessiva scarificazione rende le loro vene inaccessibili. Nei casi più disperati si possono trovare ulcere cutanee nei luoghi più inverosimili. L'uso degli aghi infetti e le continue iniezioni possono portare a un'endocardite batterica, a un'epatite, e all'infezione da HIV. Queste complicanze fanno seguito a iniezioni frequenti. Poiché di recente la potenza dell'eroina è aumentata, un maggior numero di consumatori la inalano e la fumano, quindi i problemi infettivi potrebbero diminuire.
Gravidanza e abuso di oppiacei: alcuni problemi della madre eroinomane vengono trasmessi al feto. Poiché l'eroina e il metadone passano liberamente la barriera placentare, il feto sviluppa subito una dipendenza fisica. Una madre con infezione da virus HIV o da virus dell'epatite B può trasmettere il virus al proprio neonato. Le tossicodipendenti incinte visitate in tempo devono essere incoraggiate a intraprendere un programma di mantenimento con metadone. L'astinenza é la cosa migliore per il feto, ma le madri astinenti spesso tornano all'uso di eroina e trascurano le cure prenatali. La sospensione dell'eroina o del metadone nelle donne incinte alla fine del 3o trimestre può precipitare un travaglio precoce; quindi, le donne incinte che giungono all'osservazione a fine gravidanza possono essere stabilizzate meglio con il metadone, piuttosto che essere disturbate da tentativi di sospendere gli oppiacei. La madre in mantenimento con metadone può accudire il proprio neonato senza causargli alcun problema clinico manifesto; la concentrazione del farmaco nel latte materno è minima.
I neonati di madri dipendenti da oppiacei possono presentare tremori, pianto stridulo, reazioni di paura, convulsioni (raramente) e tachipnea.

 




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